La sicurezza sul lavoro in una scatoletta di tonno
Dicembre 2019
È martedì 24 settembre, sono le 20.30 e dopo un’intensa giornata di lavoro sto preparando la cena, un’insalata veloce con tonno e olive. Improvvisamente una fitta alla mano, brucia… “aaahia!” … mi sono tagliata, maledetta scatoletta di tonno! Mio marito mi guarda e, giustamente, sottolinea: “Donna Sicurezza, ma come fai a tagliarti con il tonno!?”. Io lo guardo con occhi fulminanti pronta a rispondere a tono, ma improvvisamente scoppio a ridere, la mia mente torna indietro di un paio d’anni fino a settembre 2017. Sono al S.I.L. di Bussolengo (Servizio di Integrazione Lavorativa*) durante il tirocinio del Master in Educatore per le Disabilità, sto sviluppando il mio progetto di tesi: “Didattica sperimentale per lavoratori con disabilità. La formazione obbligatoria per la salute e la sicurezza sul lavoro”. In aula con 20 lavoratori speciali spiego la normativa, le figure della sicurezza, i rischi e i pericoli che si possono incontrare lavorando. Sto parlando del rischio “taglio”, con l’aiuto di alcune slide analizziamo quali sono le situazioni lavorative in cui questo rischio è presente e cosa fare per evitare di farsi male.
Improvvisamente Federico, aiuto cuoco, alza la mano ed esclama “nonton!”, non capisco cosa vuole dire e gli chiedo di ripetere “tnnton!!”, gli chiedo di riprovare “oontot!!!”.
Comincio ad essere in difficoltà, ma fortunatamente interviene Martina, collega di Federico: “Giulia è chiaro! La scatoletta di tonno taglia e tu non l’hai scritta nella slide!”.
Assolutamente corretto, ma lì per lì non ci avevo dato così tanta importanza, fino a quel 24 settembre 2019 con un dito sanguinante per una scatoletta di tonno.
Mentre mi disinfetto ripenso a quell’esperienza a tutti i lavoratori speciali che hanno partecipato a quel corso di formazione, al loro entusiasmo, alla loro curiosità, alla loro sensibilità, alla loro voglia di lavorare, alla loro semplicità e al commento che mi ha lasciato Giovanni sul test di gradimento: “Io penso che questo corso sia stato molto utile, interessante e obbligatorio”.
Eh sì, perché la formazione dei lavoratori è uno degli adempimenti obbligatori per legge e sanzionabile penalmente.
Il Datore di Lavoro ha l’obbligo di assicurare che “ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza” ai sensi dell’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008. La composizione dei corsi di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro è definita in termini di durata, contenuti minimi, modalità di formazione e caratteristiche degli attestati dall’Accordo Stato Regioni del 21/12/2011. In particolare la formazione dei lavoratori viene suddivisa in due moduli:
1. Modulo Generale di 4 ore dedicato alla presentazione dei concetti generali in tema di prevenzione e sicurezza sul lavoro e valido per tutte le tipologie di azienda.
2. Modulo Specifico con durata di 4, 8 o 12 ore, in funzione al livello di rischio (basso, medio o alto) caratteristico del settore o del comparto di appartenenza dell’azienda, identificabile dal codice Ateco.
Lavorare in sicurezza vuol dire anche lavorare meglio, ma quante volte ci sentiamo dire “non abbiamo mica tempo di fare formazione, qua dobbiamo lavorare, non serve a niente, siamo qui per lavorare non per stare seduti su una sedia…”.
A volte mi piacerebbe che le Aziende fossero un po’ più sensibili, un po’ come Giovanni, Federico e Martina.
Giulia Sinico
(*) Il Servizio di Integrazione Lavorativa è un’Unità Operativa dell’ULSS che, attraverso l’impiego di strumenti di mediazione, promuove l’integrazione sociale e lavorativa di persone con disabilità e svantaggiate. La Legge Regionale 16/2001 istituisce ufficialmente il servizio per facilitare l’ingresso delle persone con disabilità nel mondo del lavoro in attuazione a quanto previsto dalla Legge 68/1999.
