L’ADDESTRAMENTO E IL BAROMETRO DEGLI INFORTUNI

Ci sono periodi in cui, per motivi che non sto qui a indovinare (e che ognuno può a sua volta ipotizzare), gli infortuni aumentano. Lontano dalle statistiche nazionali e dalle ribalte mediatiche, ci si guarda intorno e semplicemente ne capitano più del solito. Come se aumentasse la pressione del rischio, come se il barometro infortunistico andasse verso il rosso. Ora, a quanto pare, siamo in uno di quei periodi. E ogni singola volta, fatalmente, subito dopo che è capitato l’incidente, si accendono i riflettori su ciò che è andato storto, su ciò che si è sbagliato, su ciò che si poteva fare per evitarlo. Subito dopo, che è tardi.
La cintura di sicurezza slacciata (“Perché salgo e scendo decine di volte al giorno”) nel carrello ribaltato. Lo scivolamento attraversando la rulliera (“Ci passiamo sopra spesso, per far prima, ma stando attenti”) con la linea in movimento. La caduta dalla scala (“Non c’è altro modo, troppo complicato portare un trabattello o una piattaforma”) con il martello demolitore tra le mani.
Episodi che, oltre ad innescare sofferte vicende individuali ed aziendali, fanno statistica, alzano la pressione e, a volerci trarre del buono, possono insegnare qualcosa. Possono addestrare.
In realtà l’addestramento parte ben prima, automaticamente, anche senza un’incidente che lo stimoli o una legge che lo imponga. Parte nel momento in cui un lavoratore entra in reparto, nel momento in cui gli si spiega cosa fare e come farlo, e come evitare di farsi male. Continua quando i compiti si allargano, quando arriva una macchina diversa, quando si parte con una nuova lavorazione. L’addestramento, in un modo o nell’altro, si è sempre fatto e si fa tutti i giorni, tanto che dopo un infortunio i testimoni non hanno dubbi (“Il ragazzo era arrivano da un mese e lo seguivamo costantemente”, “Certo che sì, se ne occupava il preposto”).
Che sia per scongiurare le ricorrenti divergenze mnemoniche post incidente o che sia per imporre sul campo un regime più sistematico e responsabile, fatto sta che a dicembre scorso è diventato obbligatorio registrare l’addestramento in materia di sicurezza e salute nel lavoro (ns. notizia nel sito del 18/02/2022). Ognuno può farlo come preferisce, magari con strumenti già in uso per monitorare più ampi percorsi di inserimento e crescita in Azienda. Lo Studio è a disposizione per gli approfondimenti e il supporto del caso, fermo restando che l’addestramento, quello vero, comunque venga registrato, resta una faccenda squisitamente innestata nella vita interna dell’azienda. Proprio come il barometro del rischio.